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Con Piccinni e Gazzanni viaggio “Nella setta”

Ci sono circa 4milioni di italiani che vivono un’esperienza settaria. Un mondo sommerso e quasi protetto dai poteri forti della politica e delle lobby pronte a insabbiare qualsiasi cosa abbia a che fare con gruppi chiusi di persone che si separano dalla società per seguire un leader. "Volgarmente si definisce setta, - dice la psicologa specializzata Lorita Tinelli - ma non per forza è riconducibile a una qualsiasi fede religiosa".

Questo mondo sommerso è invece il campo di studio di Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni che hanno raccolto testimonianze e documenti per raccontarne una piccola parte nel libro “Nella setta”, edito da fandango e presentato sabato pomeriggio a Noci. Organizzato dall’associazione culturale DARF, in collaborazione con i Presidi del libro di Noci, con le associazioni CeSAP (Centro Studi Abusi Psicologici) e AIVS (Associazione italiana vittime delle sette), il momento di incontro con la comunità è stata occasione per i relatori, presentati da Mariano Casulli, di spiegare quello che a tutti gli effetti sembra un lavoro d’inchiesta su un tema troppo poco dibattuto e di cui si conosce poco o nulla.

Oltre a casi specifici come quello di Forteto nel Mugello, emergono su tutto due notizie. La prima riguarda lo stragrande potere economico di cui questi gruppi godono attraverso infiltrazioni nel mondo economico e affaristico internazionale. La seconda, un vuoto normativo che argini in modo efficace il proliferare di gruppi chiusi che tendono a isolarsi dalla società civile. In questo secondo caso emerge, secondo gli autori, una evidente ignoranza dei politici sull’argomento. Difatti si legifera affinché alcune di queste organizzazioni in Italia diventi una religione riconosciuta, mentre altre agiscono mascherandosi da associazioni culturali di stampo umanitario.

"Io ho fatto parte di una setta per 34 anni – dice il presidente di AIVS Toni Occhiello - vi posso garantire che queste sono delle vere e proprie organizzazioni criminali". L’incontro nocese è stato condito dagli interventi jazz del duo composto da Donatello Notarnicola (al basso) e Graziano Mastromarino (alla chitarra).

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